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lunedì 1 novembre 2010

Ultima ora: Il nome di Ruby compariva già da un anno nelle indagini milanesi sulla prostituzione di alto bordo.

Ruby

Lo so assomiglia un po a veronica Lario da giovane e a tutte le altre che ciondolano nei corridoi di Mediaset,lo sapete no come sono i gusti del Boss,una maggiorata come tutte le altre !

Fonte

Ecco chi era la minorenne che l'uomo di gran cuore, Silvio Berlusconi, si faceva recapitare a casa
La stessa ragazzina che cercava disperatamente di far uscire dalla questura di Milano, chiedendo che fosse affidata a Nicole Minetti, e che subito dopo la liberazione sarebbe stata abbandonata in strada dalla sua presunta affidataria.  Nelle stesse indagini compaiono i nomi della Minetti e di Lele Mora, che erano da tempo attenzionati.

 E adesso, Sallusti dirà che Berlusconi stava solo svolgendo un'indagine sulla prostituzione minorile.

Silvio Berlusconi è un sultano. L'Italia è un sultanato e Villa San Martino (Arcore) e Villa Certosa sono due dei suoi immensi harem. Ogni giorno, dopo avere fatto qualche telefonata di rito, più che altro a Letta e Ghedini per assicurarsi che il Lodo Alfano proceda, il premier si dedica all'organizzazione di quello che davvero conta per lui: il Bunga Bunga della sera. Ecco perché è così amico di Gheddafi. Ecco perché gli procura 500 hostess bionde sopra il metro e settanta. Ecco perché minimizza sul leader libico, etichettando le sue indegne stravaganze come folklore, ed ecco perché fanno affari insieme. Sono uguali. Sono uguali e passano la giornata nell’attesa dell’amato Bunga Bunga.

 Una volta l’Italia era la settima potenza industriale ed un faro nella culla del mediterraneo. Oggi non solo non siamo in grado di introdurre il rispetto dei diritti umani nei paesi dell’Africa del nord, ma anzi importiamo i loro costumi tribali. Importiamo il Bunga Bunga da Muammar Gheddafi e prendiamo lezioni di democrazia da un sovrano che regna indiscusso sull’Egitto da quarant’anni: Hosni Mubarak. (per capire chi è l’uomo dal quale Silvio Berlusconi vuole andare a scuola, guardate questo video).

 Non è un caso se Ruby, la minorenne cleptomane che frequentava i Bunga Bunga di Berlusconi (dopocena erotici), è stata rilasciata dalla Procura, lo scorso maggio, dopo una telefonata dalla Presidenza del Consiglio che la indicava proprio come nipote di Mubarak. Ovviamente non era vero, ma Berlusconi era sicuro che Hosni non se la sarebbe presa. Perché anche loro sono uguali. Hanno  lo stesso concetto di giustizia ad personam: l’egiziano mette dentro i propri avversari politici in maniera da non avere avversari alle elezioni,  l’italiano tiene fuori se stesso e le ragazzine a cui vuole bene. Ovviamente non vuole bene a prescindere, ma solo a tipette qualunque, dozzinali e anonime come Noemi e Ruby. Se sei racchia puoi marcire in cella. Se sei una divinità greca puoi partecipare ai Bunga Bunga o curargli le carie. Quando il sultano si stufa, ti ricicla premiandoti con un posto alla Regione Lombardia.

 Ora è chiaro perché lo votano: il 99% dei maschi italiani vorrebbero partecipare ai Bunga Bunga di Berlusconi come consumatori, mentre il 75% delle donne, quelle che sgomitano per diventare veline o fanno concorsi di bellezza per un posto di lavoro, vorrebbero partecipare ai Bunga Bunga di Berlusconi in qualità di fornitori (di carne). Il compenso è una candidatura politica in un collegio blindato, un posto da soubrette/attrice in Mediaset o alla Rai e gioielli a profusione (Ruby in un mese e mezzo sembra aver tirato su 150.000€: non male per una ladruncola che due mesi prima stava per finire dentro per un malloppo di soli 3.000€). I primi due premi in palio sono sostanzialmente pagati con i soldi pubblici (quindi i Bunga Bunga di Berlusconi li paghiamo noi), mentre la restante parte provengono dall’indotto sugli affari che gli deriva da quindici anni di occupazione del Parlamento (già, perché nel ‘94 Berlusconi era sommerso di debiti).

 Ora io dico: visto che questi Bunga Bunga sono pagati con i nostri soldi, da questa sera vogliamo partecipare anche noi. Tutti in fila davanti ad Arcore dopo le 22.30. Alla porta troverete Emilio Fede. Ditegli che siete i padroni del locale.




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Charles Bronson

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