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venerdì 24 settembre 2010

La discarica dei senzavergogna.....

Come t'arraffo l'onorevole 

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/come-tarraffo-lonorevole/2134613/24

Susanna Turco
Perché il Cav. è così sicuro di trovare la maggioranza in Parlamento? Perché ha alle spalle una lunga carriera di acquisti alle Camere. Da Luigi Grillo a Cecchi Gori, da Mastella a De Gregorio. Altro che "rispetto degli elettori"...
(21 settembre 2010) Stretto tra uno Iannaccone e un Tanoni, impigliato negli eterni enigmi dei Lombardo e dei Mannino, impegnato a dragare chiunque tra Gruppo misto, nomi mai sentiti e malpancisti d'ogni dove, in quest'alba d'autunno, col suo governo che traballa, Silvio Berlusconi pare colpito dalla maledizione di Prodi: incollato anche lui alla sedia come un contabile, a caccia di una maggioranza alla Camera anche senza finiani.

Un paradosso, per uno che era partito con il leggendario scarto di cento parlamentari. Una beffa, visto che il metodo (trattativa privata, per così dire) è lo stesso che usò per buttare giù il Professore. Una tradizione, perché è dal '94 che il Cavaliere va forte nell'arte di sgraffignare gli onorevoli che abbisognano. Imprenditorialità, attitudine al mercato, occhio nel valutare il costo, diciamo. Anche solo riempiendo di cioccolatini gli interlocutori ("Prendetene ancora, per dopo"), come faceva quando stava a via dell'Anima.

Il suo primo acquisto fu Luigi Grillo, nel '94: eletto coi Popolari, lanciò nel vento 25 anni di sinistra Dc uscendo dall'Aula del Senato al momento di votare la fiducia, mossa essenziale visto che il Cavaliere era sotto di quattro. "Nessun tradimento, una scelta politica", rivendicò. Tre mesi dopo divenne sottosegretario, ma mica per quello, che diamine. Fuori dall'aula, quella "magica notte", lo seguirono altri tre Ppi: Vittorio Cecchi Gori, Tommaso Zanoletti, e Nuccio Cusumano.

Lo stesso Cusumano che nel 2008, 14 anni dopo, militando nell'Udeur cercò di nuovo il ruolo del salvatore del governo. Prodi, in quel caso. Non gli riuscì, e fu pure accusato di "tradimento". Dal suo leader Clemente Mastella, il quale era appena passato col Cavaliere avendo immediata l'assicurazione - raccontò poi Vespa - di dieci parlamentari tutti suoi, al giro successivo (non se ne fece poi niente: Mastella veleggia solo all'Europarlamento). Giorni d'oro, quelli, per il Cavaliere arraffante. Riuscì a convincere, fra l'altro, i liberaldemocratici Lamberto Dini e Giuseppe Scalera (ora rispuntato nell'inchiesta sulla P3).

Non mise a segno il colpo con il senatore eletto in Australia Nino Randazzo, ma lo sforzo fu notevole, come documentarono poi le intercettazioni e la relativa inchiesta. Prodi a parte, gli sfizi più gustosi se li è tolti a spese di Di Pietro: nel 2001, quando gli sottrasse in 24 ore l'unico eletto del Senato, Valerio Carrara; nel 2006, quando gli soffiò Sergio De Gregorio. Il suo miglior colpo secco resta però Silvio Liotta: l'anonimo che nel 1998 fece cadere Prodi, avendo lasciato un anno prima Forza Italia per passare con Dini (che appoggiava l'Ulivo). "Sei stato più bravo del Polo", si congratulò il Cavaliere. Ma poi a rieleggerlo (per l'ultima volta) fu il Ccd di Casini. Perché, si sa, l'apice della gloria si raggiunge col salto della quaglia: dopo, chiedere a Mastella, si raccolgono i resti.


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Charles Bronson

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